Spazio e vita, W56, Ummiti, la vita nello spazio c'é e loro sono tra noi da sempre.

I  VIMANA

macchine volanti  dell'India (3zo secolo A. C.)

32 Segreti degli antichi  piloti di VIMANA                     Lingua Sanskrito

 

Introduzione - Nella letteratura Vedica, sono molte le descrizioni di macchine volanti chiamate Vimana. Il poema epico nazionale indiano, il Mahabharata è un opera lunga e complessa. Non sono rimaste prove (archeologiche) della tecnologia aerospaziale indiana antica, ma i riferimenti a macchine volanti sono comuni negli antichi testi
vedici. Molte di queste opere descrivono il loro uso in guerra.
Dipendendo dai punti di vista, potrebbe trattarsi di fantascienza, oppure la cronaca di un conflitto tra esseri con armi potentissime ed avanzate.
La scuola europea considera la civiltà umana come qualcosa di recente cominciata ieri da qualche parte in Africa, e finita oggi con la scoperta dell’atomo, concependo la cultura antica come primitiva e selvaggia. È una “superstizione moderna” quella di pensare che l’avanzare verso la conoscenza sia qualcosa di lineare. La nostra visione “della preistoria” è inadeguata. Noi non abbiamo ancora liberato le nostre menti dalla presa di una Religione “una-e-unica”, un solo Libro Sacro “uno e unico” e una sola Scienza “una e unica”.
Nessun fatto cesserà mai di esitere, ma questi vengono spesso ignorati… (Aldous Huxley) Non lasciate che le vostre menti siano afferrate dalla dottrina prevalente… (Alexander Fleming 1881-1955)
La menzione di aeroplani, ricorre molte volte in tutta la letteratura Vedica. Il verso che segue (tratto dallo Yajur-Veda), descrive il movimento di una di tali macchine:

Yajur Veda, 10.19

 “O ingegnere specializzato, tu che progetti navi oceaniche, spinte da motori ad acqua come quelli usati nei nostri aeroplani, che danno la capacità di alzarsi in verticale oltre le nubi e viaggiare in tutta la regione. Sii tu, prosperoso in questo mondo e vola attraverso l’aria e attraverso la luce” Il Rg Veda, il documento più antico della storia descrive alcuni di questi mezzi di trasporto:
 

Jalayan – è un veicolo progettato per muoversi sia in aria che in acqua… (Rig Veda 6.58.3)
 

Kaara – è un veicolo progettato per muoversi sia sulla terra che in acqua… (Rig Veda 9.14.1)
 

Tritala – è un veicolo progettato per muoversi nei tre elementi... (Rig Veda 3.14.1)
 

Trichakra Ratha – è un veicolo a tre motori progettato per muoversi nell'aria…(Rig Veda 4.36.1)
 

Vaayu Ratha – è una veicolo sospinto da un motore ad aria… (Rig Veda 5.41.6)
 

Vidyut Ratha – un veicolo sospinto da un motore potentissimo…è (Rig Veda 3.14.1).
 

Il termine Kathasaritsagara indica operai altamente specializzati, questi potevano essere dei Rajyadhara, esperti in meccanica e in grado di costruire navi oceaniche o dei Pranadhara, esperti nel fabbricare macchine volanti capaci di trasportare oltre 1000 passeggeri. I testi affermano che queste macchine erano capaci di coprire in pochi istanti lunghissime distanze.
citazione:

Secondo Dott. Vyacheslav Zaitsev: “…il Ramayana racconta molte storie di astronavi celestiali, dotate di due motori e molte finestre che rombano nel cielo e che sono così veloci che sembrano comete. Il Mahabharata e altri libri in sanscrito descrivono dettagliatamente queste astronavi come dotate di motori a fotoni che sfruttando la luce, potevano librarsi nell’aria e raggiungere altri pianeti del sistema solare e andare oltre verso le stelle...”.


Appunti puranici sulle antiche macchine volanti - L’Arthasastra di Kautilya (3zo secolo A. C.) menziona fra gli uomini d’affari e tecnocrati, i Saubhikas o piloti che conducono gli aeroplani in
cielo. Saubha era il nome della città aeroportuale del Re Harishchandra e la radice di “Saubika” indica una persona in grado di volare o che sa come pilotare un velivolo. Il saggio Kautilya usa
un’altra parola significativa “Akasa Yodhinah” la cui traduzione è: persone addestrate per il combattimento aereo. L'esistenza di carri aerei, di qualsiasi forma, era così nota che trovò posto fra gli editti reali dell’Imperatore Asoka che fu giustiziato durante il suo regno da 256 A.C. Il Vaimanika Shastra, fa riferimento ad altre 97 autorevoli opere di cui almeno 20 di questi libri, spiegavano i meccanismi delle macchine volanti, purtroppo questi testi sembrano andati irrimediabilmente perduti. Lo Yuktikalpataru di Bhoja, include un appunto sulle macchine volanti nei versi 48-50. Questo confermato da un commento all’opera datato 1870 D.C., che appartiene all’Università di sanscrito di Calcutta. Siamo quindi in possesso di materiale manoscritto che testimonia l’esistenza di Vimana o aerei nell’India antica i quali seguivano la rotta occidentale, verso il Mare Arabico, l’Africa, Oceano Atlantico, l’America Latina, ecc., e queste erano solo le rotte più brevi. È probabile che delle navi avessero seguito la stessa rotta via mare, ma la maggior parte delle navi da carico, comunque dovevano seguire rotta più lunga attraverso l’Oceano pacifico, Indonesia, Polynesia, America Latina a causa dei venti e delle correnti equatoriali che rendevano più facile la navigazione.
E se gli antichi indiani potevano vantarsi di una forma di viaggio attraverso il cielo, questo fa si che le linee di Nazca in Perù acquisiscano un altro significato. Quindi non solo referenze scritturali di aerei e le loro rotte di navigazione, ma anche i luoghi di atterraggio sarebbero stati segnalati nei contorni aggrovigliati delle figure della Pampa di Nazca. Maria Reiche, una scienziata tedesca, studiò con dedizione e a fondo questi disegni, li preservò dalla distruzione e li pubblicò di fronte al mondo. È probabile che le figure enormi che sono visibili dal cielo avrebbero aiutato gli antichi piloti (Saubhikas)
dell’India per sbarcare in Perù. Le linee di Nazca in Perù sembrano dei segnali di atterraggio per aerei precolombiani. Ci sono molti indizi nei testi in lingua sanscrita sul Vimana indiano che porta re e dignitari a Pataldesa. Il Ramayana descrive il volo di Ravana da Varunalaya (Borneo) a Rasatala (Perù).
Il Proffessor D. K. Kanjilal descrive la storia del Matsya Purana (capitolo 129) e dei Vimana dell’India Antica con le seguenti parole: “Dietro al velo di leggenda esce la verità scientifica che tre basi aeroportuali furono costruite ed usate da strani esseri. Una in un orbita stazionaria, un altra mobile nel cielo e la terza collocata permanentemente sulla superficie terrestre. Queste erano simili alle moderne stazioni spaziali raggiungibili ad una particolare ora da una latitudine e longitudine prefissata. La freccia di Siva (di cui parla il testo), si riferisce ad un missile ardente lanciato da un satellite in orbita che va a colpire una nave spaziale facendola cadere nell’oceano indiano. Le vestigia di un antica civiltà prosperosa, distrutta in battaglie, affiora attraverso queste antiche storie”. Questi appunti confermano l’uso di qualche genere di veicolo volante noto come Vimana di invenzioni meccaniche, carri armati, missili, ecc. Questi mezzi che sembrano strani e non scientifici, in un recente passato sono stati eguagliati dalla tecnologia umana tramite l’innovazione di armi estremamente sofisticate e di satelliti spaziali come il Mariner, Vostok, Soyuz, Aryabhatta, ecc. Questi fatti richiedono più di un semplice e passeggero pensiero.
Le macchine volanti furono designate nel Rig Veda col nome di Ratha (veicolo). Ecco come viene generalmente descritto.

La sua forma è triangolare ed è pilotato da almeno tre persone (Tribandhura). Possiede tre ruote (che probabilmente rientrano durante il volo). Il carrello possiede tre supporti, uno per ruota. Il materiale di costruzione è composto da una lega di oro, argento e ferro. La carrozzeria e tenuta insieme da speciali ribattini. Usa tre tipi di combustibile, viaggia molto veloce sfrecciando come un uccello nel cielo volando alto verso il Sole e la Luna e al suo atterraggio emette un grande frastuono. I testi vedici, affermano che il suo colore è simile a quello dell’oro e bello da vedersi.


Riferimenti dalla letteratura antica - Secondo Professore Dileep Kumar Kanjilal nel suo libro, “Vimana nell’India Antica”:
citazione: Vimana nell’India Antica
“…oltre al Vaimanika Shashtra, il Samarangana Sutradhara e lo Yuktikalpataru di Bhoja, ci sono circa 150 versi nel Rigveda, nello Yajurveda e nrll’Atharvaveda, molti passaggi letterari che appar-tengono al Ramayana, al Mahabharata,
ai Purana, al Bhagavata ed al Raghuvamsa e degli spunti nel Darma Abhijnanasakuntalam di Kalidasa, nell’Abimaraka di Bhasa, nel Jatalas, nella Letteratura di Avadhana, nel Kathasaritsagara e in molte di queste opere sono contenuti grafici di macchine volanti, spiegazioni riguardo al loro funzionamento e descrizioni delle rotte di volo...?
Il Ramayana usa entrambi i termini di “Vimana” e “Ratha”:

citazione:
Dal Ramayana
(Kamagam ratham asthaya... nadanadipatim…) …Egli Sali a bordo del Khara (aeroplano) che era decorato con gioielli e visi oscuri e si allontanò con un rumore che assomiglia al tuono delle nubi durante un temporale...
Lei potrà andare dove vuole, dopo che io e Sita attraverso un volo aereo avremo raggiunto l’isola di Lanka… Quindi Ravana e Maricha salirono a bordo del loro aereo (Vimana), grande quanto un palazzo e lasciarono quel luogo…
Poi quegli esseri, fecero salire Sita sull’aereo e si diressero verso la foresta di Ashoka e dall’alto le fu mostrato il campo di battaglia…
Quell’aereo, con grande frastuono si era innalzato nel cielo…
Riferimenti ad aerei e ad astronavi, li possiamo trovare anche nel Mahabharata. Il libro parla di queste macchine volanti, descrivendo circa 41 avvistamenti in luoghi diversi e in modo particolare parla dell’attacco di Salva all’antica capitale indiana (Dwaraka).
 

citazione:
Dal Mahabharata Il re Salva aveva possedeva una aereo noto come Saubha-pura, con il quale bombardò
Dwaraka con una pioggia di bombe e missili…
Krishna l’inseguiva, Salva si diresse verso l’Oceano, poi con una virata raggiunse di nuovo la terra ferma. Fu una lotta difficile, una battaglia ad un Krosa (approssimativamente 12000 metri) di altezza sopra del livello del mare… Krishna lanciò un potente missile che colpì l’aereo, il quale si frantumò e precipitò in mare…

Questa vivida descrizione dell’attacco aereo all’antica capitale indiana è descritto anche nel Bhagavata Maha Purana. Dove troviamo dei riferimenti a missili, sofisticate macchine da guerra e invenzioni meccaniche, molto simili ai Vimana descritti nel Mahabharata.


 

A sinistra il disegno del Sundara Vimana (sezione verticale).


La civiltà indiana - I manoscritti dell’imperatore Asoka, sono gli archivi più interessanti per istaurareuna ricerca sull’esistenza di aerei e astronavi che gli indiani chiamavano Vimana. L’esistenza di macchine volanti (di qualsiasi forma), era così nota agli antichi indiani, tanto che queste trovarono posto tra gli editti reali dell’Imperatore Asoka, scritti durante il suo regno 256 A.C. - 237 A.C.
Perfino nel Kama Sutra di Vatsyana, troviamo riferimenti ad invenzioni meccaniche originate dalle 64 scienze ausiliarie.
L’Arthasastra di Kautilya (3zo secolo A.C.), è un opera che tratta principalmente di economia e politica, ma in esso sono contenute anche informazioni di carattere scientifico e spesso fa riferimento agli ingegneri meccanici e piloti noti come Saubhika...
Una discussione riguardo all’esistenza e all’uso di macchine volanti nell’India antica, deve essere supportata da una profonda conoscenza della cosmogonia indiana. Uno studio accurato della letteratura vedica, mostrerà che questa non era solo una raccolta di poesie primordiali, ma una letteratura varia appartenente ad una società potente e dinamica dove le persone avevano la conoscenza del vapore, delle nubi, delle stagioni, dei diversi tipi di vento, della forza del vento che soffia a diverse altezze, della distesa del cielo e così via… Nel Rigveda 1.101.4, troviamo riferimenti a tre tipi di nuvole, composte da fumi e vapori, abbiamo l’esempio dell’acqua che attraverso il calore evapora trasformandosi in nubi. Molti concetti meteorologici indiani sono stati ripresi da versi contenuti nel Rigveda. Dileep Kumar Kanjilal conclude la sua ricerca dicendo:

citazione:
Vimana nell’India Antica
"Col passare del tempo ed a causa di eventi storici e calamità naturali, le macchine volanti andarono perdute insieme ai segreti della loro costruzione".
La discontinuità della conoscenza tecnica di una scienza particolare, in un noto periodo storico, non è un fatto impossibile, ciò è stato dimostrato dall’incapacità di esaminare la natura del ferro del pilastro di Chandraketu che tutti possiamo vedere nell’odierna Delhi.
Hiuentzang, un pellegrino cinese del 7 secolo D.C. fece precisi riferimenti a 7 palazzi storici, dei quali non rimane più nessuna traccia.
Sir P. C. Roy, aveva mostrato che durante il periodo che va dal 1509 alla fine del 3zo secolo A.C., si conoscevano metodi di la lavorazione su vasta scala di metalli come oro, argento, rame, ferro, latta, piombo, mercurio e la lavorazione di leghe come ottone, bronzo, e altre che come base avevano oro ed argento mischiati a materiali più vili.
Grandi varietà di minerali, gemme e pietre preziose sono state descritte dettagliatamente da Kautilya. Anche la conoscenza del processo di fermentazione giunse ad un livello molto avanzato. Con uno stato estremamente sviluppato di civiltà che fiorisce nell’arte, nella letteratura, nella storia, nella medicina, nell’alchimia, nella chimica, nella fisica, nella matematica, nell’astronomia, nell’astrologia, nella geologia, nel commercio, nell’agricoltura e nelle costruzioni navali, è naturale per pensare che il genere di macchine volanti, descritte dalla letteratura sanscrita, con tutta probabilità erano conosciute. Dai tempi di Panini ai tempi di Bhoja, abbiamo visto fiorire grandi università come quelle di Taxila, Valabhi, Dhar, Ujjain, Visala, ecc.. Gli annali di storia c’informano che i saccheggi da parte delle tribù straniere cominciarono solo dopo il 2do secolo D.C. Due secoli dopo cominciarono ad ondate, gli attacchi da parte di orde straniere, quali: arabi, turchi, afgani, ecc.. Tutte le università conosciute e i centri del sapere come: i Templi, i Viharas ed i Bhandaras che contenevano libri e tesori inestimabili dell’eredità indiana dovettero sostenere il fuoco e la furia dei predatori. In questo oscuro firmamento di devastazione e incertezza, ci furono gli sforzi del re Bhoja che nel 12mo secolo, tentò la compilazione di numerosi testi. Molte scoperte attribuite ad afgani, turchi, arabi ecc., sono state ereditate dalle opere letterarie dell’antica India…
Un esempio lo abbiamo in quello che noi chiamiamo i “numeri arabi”, che di fatto sono “indiani”, ma che sono giunti a noi a attraverso gli arabi.

 

 

Gli aerei chiamati Puspaka-vimana - La designazione originale della macchina volante era “Ratha”, che cedette il posto al termine “Vimana”. Il Samarangana Sutradhara suggerisce che il disegno dell’aereo fu imitato per costruire palazzi e soprattutto templi. Come indicato da Sayana gli aerei venivano costruiti per gli Dei (esseri alieni provenienti dallo spazio esterno). La conclusione ovvia è che Esseri Celesti provenienti da altri mondi visitarono la Terra lasciandoci in eredità la loro tecnologia. Il testo del Rigveda che va dal primo al decimo Manadal, chiama le macchine volanti Ratha. Lo Yajurveda che è considerato posteriore al Riveda, chiama le macchine volanti Vimana. Tali veicoli erano multiformi. A questi, il modello triangolare e quello quadrangolare sopravvissero, a causa della loro praticità d’uso. I Puspaka erano gli aerei più usati per la loro manovrabilità. Nei testi vedici la forma di questi aerei viene descritta come triangolare. Con un area interna molto vasta e che potevano trasportare fino a 8 persone d’equipaggio. Un tipo di ala triangolare, che spuntava da una superficie conica, lo rendeva stabile e facilmente manovrabile. Nel Mahabharata, le descrizioni delle città aeroportuali sembrano indicare un grado altissimo di tecnologia erano abilissimi nel far decollare gli aerei sopra le nubi e molto probabilmente fino alla zona dell’esosfera. Sopra il sigillo del re Husbika, troviamo l’effige del tempio di Harmikasira, fatto costruire nel primo secolo avanti Cristo nella città di Buddha-gaya, una costruzione conica su base rettangolare. Il Tempio di Virupaksa a Pattakada, costruito nel 740 D.C. possiede una base rettangolare allungata, che si sviluppa in una forma affusolata e ottagonale. La somiglianza strutturale dei templi con un elicottero moderno da ragione al Samarangana Sutradhara che tali templi furono progettati su modelli di macchine volanti. Anche il gigantesco tempio di Konaraka, di base rettangolare che si innalza formando un ottagono, sembra l’astronave di Surya (il Dio del Sole) descritta dai Purana (libri storici).

Gli aerei chiamati Shakuna-vimana - L’India ha posseduto una civiltà superiore grazie a possibili contatti con visitatori extraterrestri e le macchine volanti chiamate Vimana, descritte dagli antichi testi indiani possono evidenziare i collegamenti con la tecnologia aerospaziale moderna…
Questa ipotesi fu affermata da uno scienziato italiano alla Conferenza Spaziale Mondiale.
Il Dottor Roberto Pinotti chiese ai delegati di esaminare minuziosamente i testi indù invece di congedare tutte le descrizioni di Vimana come appartenenti alla tradizione e al mito.
L’importanza di tali studi ed investigazioni potrebbe portare a risultanti scioccanti per l’uomo di oggi perché l’esistenza di macchine volanti oltre che con la mitologia può essere spiegata con l’esistenza di una civiltà superiore e dimenticata. Concentriamo la nostra attenzione, su quegli Dei, su quegli eroi che combatterono nei cieli a bordo di aeroplani facendo uso di armi terribili.
…Queste macchine volanti, sono troppo simili ai Jet moderni. La descrizione dei Vimana è troppo tecnica e dettagliata per essere considerata un mito.

Shakuna Vimana disegnato nel 1923 sulla descrizione dei testi vedici A conferma della sua tesi c’erano numerosi testi. 32 indizi erano connessi con la tecnologia dei Vimana. Alcune tecnologie potevano essere equiparate con i sistemi usati oggi, tra queste il radar, l’energia solare e la fotografia. Citando il “Vymanika Shastra”, lo scienziato disse: Le macchine volanti dell’antica India furono costruite attraverso uno speciale calore in grado di assorbire i metalli chiamati “Somaka”, “Soundalike” e “Mourthwika”. In oltre il testo illustra sette generi di specchi e lenti installati a bordo per scopi difensivi ed offensivi. Lo specchio chiamato “Pinjula” era una sorta di scudo per gli occhi, che impediva ai piloti di essere accecati dai raggi dell’arma “Marika”, lanciata da un aereo nemico. Quanto descritto non sembra molto diverso da quello che noi oggi chiamiamo tecnologia laser.
Secondo l’esperto italiano, i principi di propulsione che secondo i pensieri più comuni, sono dovuti all’energia elettrica e chimica, potrebbero essere stati prodotti dall’energia solare. Per esempio: Il “Tripura Vimana”, spiega il “Vymanika Shastra”, possedeva uno scafo lungo e piatto… questo ci fa pensare che tale costruzione fu così ideata per sfruttare meglio i raggi solari. Il Dottor Pinotti aggiunse: …Considerando la sua forma allungata, poteva assomigliare ad un dirigibile moderno. Ma offrendo maggiore attenzione ai dettagli, l’enorme “Shakuna Vimana”, potrebbe essere definito un incrocio tra un aereo ed un razzo, la sua forma ci ricorda lo shuttle spaziale. Certamente il “Shakuna Vimana” è la macchina più complessa e sofisticata fra tutte le descrizioni di Vimana fatte dal Vymanika Shastra. L’autore di questo trattato, sembra un professore intento a spiegare ai suoi studenti, l'avanzata tecnologia dei Vimana.
Il Dottor Pinotti, citò un altra opera il “Samaraanganasutraadhaara”, la quale descrive la storia astronautica indiana, in essa 230 versi sono dedicati ai principi di costruzione dei Vimana ed al loro uso sia in guerra che in pace. Aggiunse, che gli antichi ariani conoscevano l’uso del calore come arma: ...Lo strumento di difesa chiamato “Astra”, include l’arma “Soposamhara” (la fiamma che erutta da un missile), l’arma “Prasvapna” (che provoca il sonno) e quattro generi di “Agni-Astra” (lingue di fuoco che si muovono producendo tuoni). Il dottor Pinotti, aggiunse: la macchina progettata per navigare attraverso il “Suryamandal” (il sistema solare), si chiamava “Naksatramandala” e a causa della sua descrizione di natura tecnica, non può essere messa da parte come se fosse un mito.
I viaggi nello spazio aperto, le incredibili armi di distruzione di massa ed il fatto che i Vimana assomigliano ai moderni oggetti volanti non identificati, suggerirebbero che l’India possedesse un grado superiore di civiltà. Nella luce di queste mie affermazioni, penso, che dobbiamo esaminare più attentamente i testi indù e sottoporre i modelli di Vimana descritti ad uno scrutinio scientifico.

A sinistra l'immagine del Shakuna Vimana
disegnato nel 1923 sulla descrizione dei testi
vedici.
 

Citazioni affascinanti - Il Bagavata Mahapurana, parla di un personaggio di nome Angira, il quale possedeva una macchina capace di condurlo ovunque nello spazio (B.M.P. 6:14:14). "Una volta il re Citraketu, stava viaggiando nello spazio su uno splendido aeroplano, che gli era stato regalato da Visnu..." (B.M.P. 6:17:4)

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